Concorsi a premi (contest) e Facebook

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Concorsi a premi (contest) e Facebook

Ovvero Zuckerberg contro la burocrazia italiana

Lo scorso 27 Agosto Facebook ha modificato le linee guida sulle promozioni, suscitando l’entusiasmo dei social media manager di tutto il mondo per la maggiore libertà  concessa nella gestione dei contest.

Le linee guida del social, infatti, hanno sempre proibito alle aziende di organizzare concorsi direttamente sulla propria timeline. L’unico modo per realizzare un concorso a premi su Facebook era ricorrere ad applicazioni dedicate, a cui si accedeva da una tab della pagina.

Cosa dice, invece, il nuovo regolamento di Facebook su contest e promozioni?

La novità  più importante è, appunto, quella di poter gestire i contest direttamente dalla fanpage. Non c’è più bisogno di sviluppare applicazioni esterne per veicolare concorsi e promozioni; ora basta un semplice post (in teoria…).

Esattamente cosa è consentito e cosa vietato?

Vediamolo per punti

Si può:
  • Richiedere agli utenti di postare e/o commentare per iscriversi
  • Chiedere agli utenti di postare qualcosa direttamente sulla pagina dell’azienda
  • Usare il pulsante “mi piace” come metodo di votazione
  • Richiedere agli utenti di inviare un messaggio privato per partecipare
  • Annunciare il vincitore sulla propria fanpage
  • Chiedere agli utenti di tornare sulla pagina per controllare chi ha vinto
  • Usare il pulsante “mi piace” incorporato su una pagina web come meccanismo di voto
  • Usare un plugin che permetta di partecipare al contest e postare direttamente sulla fanpage
  • Gestire il contest attraverso un’applicazione
Non si può:
  • Obbligare gli utenti di condividere un post o una foto per partecipare
  • Obbligare qualcuno a postare qualcosa sulla propria timeline o su quella di un amico per partecipare
  • Richiedere agli utenti di taggarsi su una foto per iscriversi o votare

Facebook, come tutti sanno opera in moltissimi Paesi, quindi il suo regolamento non può tener conto della legislazione vigente nei singoli Stati.

Per organizzare un concorso a premi in maniera legale si devono rispettare le norme del territorio in cui le aziende che organizzano i contest stessi operano.

Purtroppo (strano, vero?) la complicatissima burocrazia italiana non permette alle aziende del nostro Paese di beneficiare della flessibilità  dei nuovi regolamenti di Facebook. I concorsi a premi, infatti, sono regolati da una legge del 2001 che non è cambiata molto nel tempo.

Ninja Marketing ci spiega le procedure da seguire per organizzare un concorso a premi sul territorio italiano.

  1. Occorre redigere un regolamento, stabilire la durata del concorso e il valore del premio
  2. Predisporre una fidejussione assicurativa o un deposito bancario a garanzia dei premi messi in palio
  3. Presentare la documentazione necessaria e l’apposito modulo elettronico (PREMA) al Ministero dello Sviluppo Economico almeno 15 giorni prima dell’inizio del concorso
  4. Rivolgersi a un notaio o altro funzionario responsabile della tutela del consumatore. Ogni fase dell’assegnazione dei premi dovrà  svolgersi alla presenza di una di queste figure, che verificheranno il corretto svolgimento.
  5. Trasmettere il verbale di chiusura al Ministero attraverso il modulo PREMA

In pratica, per realizzare un contest su Facebook in Italia bisogna organizzarsi con largo anticipo (alcuni suggeriscono di contare dai 45 ai 90 giorni) e sostenere dei costi non indifferenti per il pagamento del notaio e di un’eventuale agenzia organizzatrice. Ma gli ostacoli non finiscono qui.

Secondo la normativa italiana, inoltre, tutte le attività  relative allo svolgimento del concorso a premio devono svolgersi su suolo italiano. Questo significa i “mi piace” o i commenti sul social network non possono essere usati come sistema di votazione, perché Facebook non ha sede in Italia. Bisogna quindi ricorrere a soluzioni alternative, come l’utilizzo di un’applicazione di proprietà dell’impresa promotrice, che opera su un server situato in Italia.

Le multe per chi non rispetta la procedura sono salatissime e possono arrivare fino a 500.000 euro!

“Come spesso succede”, conclude l’articolo, “chi fa le leggi è lontano anni luce dalla loro applicazione e non si rende conto di qual’è la realtà  dei fatti. E così molti preferiscono rischiare. Altri, magari, non sono neppure a conoscenza di queste norme, che sono piuttosto difficili da capire (e da applicare) se non si ricorre alla consulenza un esperto”.

Fonte: Ninja Marketing

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