I dubbi (infondati) sul content marketing

Il content marketing è al centro del modello di web marketing che abbiamo perfezionato e fatto nostro.

Il content marketing è interessante, è creativo, è nuovo, è coinvolgente e permette di raggiungere  grandi obiettivi come engagement social, appeal e autorevolezza agli occhi dell’utente, e, non ultimo, aumento di traffico verso il sito.

Un contenuto ben studiato, ben realizzato e ben confezionato, può essere davvero la chiave di volta per migliorare la presenza online di un’azienda.

Come ogni attività nuova nel web (il content marketing per ora è ancora da considerarsi all’avanguardia) richiede abitudine ed attitudine all’attesa.
I risultati on si manifesteranno nell’immediato ed occorre sviluppare la capacità di saper pazientare prima di cogliere i primi frutti.

Questo aspetto della non immediatezza, dell’assenza del tutto e subito e del quanto converte?, rende effettivamente l’attività difficile dall’esser intrapresa e, molto spesso, viene messa da parte (in barba alle ricerche) per ricorrere sempre ai soliti vecchi strumenti di promozione a pagamento che ti misurano i click, la spesa giornaliera e danno un risultato immediato in un giorno/settimana.

Questo, tuttavia, non vuol dire che il content marketing non sia una disciplina adatta alle aziende, una classica perdita di tempo, che non permette di raggiungere gli scopi aziendali, anzi! Parliamo assolutamente di strategie che portanto risultati, anche migliori e duraturi nel tempo. […]

Nella nostra esperienza lavorativa, come promotori, divulgatori e creatori di campagne di content marketing, per noi stessi ed in particolare per i nostri clienti, ci siamo interfacciati con tipologie di progetti molto differenti tra loro, in differenti settori, facendo emergere alcune perplessità.
Abbiamo deciso di raccontare sulla base dei nostri contatti, quali sarebbero le maggiori problematiche, in fase di startup, legate ad azioni di content marketing.
https://www.webinfermento.it/6-dubbi-sul-content-marketing-e-come-superarli

Anche noi abbiamo verificato sul campo la presenza di questi dubbi:

1. Costo

Il problema principale che assilla le aziende, ormai da troppi anni, vuoi per la crisi, vuoi per scarsa propensione all’investimento, sono i costi.

Il content marketing essendo un’attività che non si poggia a nessuno strumento predefinito o “pacchettizzato” non permette effettivamente di ragionare in termini di budget perché ogni azioni prevede un costo non definito e che varia a seconda della tipologia di contenuto.
Che si tratti di contenuti per le pagine social, ebook o infografiche (animate/statiche), la creazione dei contenuti prevede dei costi che includono il coinvolgimento di un team di lavoro, creativo e quello operativo, dunque bisogna ragionare in termini di qualità del prodotto creato e professionalità della realizzazione.

Abbiamo tuttavia sviluppato, con l’andare del tempo la capacitò di proporre progetti che possono ben bilanciare il risultato richiesto con lo sforzo economico.

2. ROI (ritorno sull’investimento) a lungo termine

Quanto realizzerà,  in termini di tasso di conversione un determinato contenuto, o tipologia di contenuti?

Si tratta di attività su cui non si può dire con certezza: “questo contenuto piacerà e convincerà il potenziale cliente”.

L’intuizione, lo studio dettagliato del focus aziendale e l’individuazione dell’argomento sensibile per l’audience, permettono di stimare e valutare il successo dell’attività.
Nulla di immediato insomma, ma l’esperienza  sul campo consente un’analisi approfondita del comportamento degli utenti, dai social al blog, tramite il monitoraggio delle conversazioni. Alla fine si possono creare dei contenuti che quasi sicuramente produrranno un risultato.

3. Incapacità di gestione

Quando il ruolo del web designer diventa molto più “consulenziale” e l’aspetto operativo non è più il solo fattore critico di successo, la preoccupazione che più attanaglia i responsabili del marketing aziendale è l’incapacità di riuscire a gestire, con la corretta cadenza periodica, le azioni di content.
Il problema principale è che manca il tempo necessario a monitorare l’andamento della strategia, coordinare i reparti creativo e operativo, ottenere dei prodotti nel tempo giusto e diffondere il contenuto in modo ottimale.

4. Non disporre del personale adeguatamente formato

Connesso alla problematica 3, c’è quella numero 4 che è la percezione di inadeguatezza del personale presente in azienda o nel non disporre di risorse che sappiano produrre dei contenuti, di elevato standard, con una cadenza ben precisa perché magari impegnati in altre attività.
Ricordiamo, che le azioni di content marketing possono esser intraprese per periodi non inferiori ai sei mesi, dunque la costanza di creazione durante il periodo è essenziale, insieme alla elevata qualità che va mantenuta costante.

5. Carenza di idee

Capita a chiunque, nei lavori basati sulla scrittura, di non riuscire ad avere la giusta ispirazione per andare avanti.

Anche nel content marketing gli argomenti da trattare non sono infiniti e prima o poi, soprattutto se la strategia è portata avanti per tanto tempo, si esauriscono.
Che fare in questo caso? Bisogna ragionare in termini di riuso. Quando si crea un prodotto è bene non realizzarlo per esser fine a se stesso, o meglio che si esaurisca subito, ma creare una sorta di blocco “non completo” che può essere rivisto e rimodernato a distanza di tempo.

6. Giudizi negativi dei clienti

L’idea che un contenuto studiato e creato con cura possa essere accolto in modo non favorevole da parte degli utenti, potenziali clienti, e che quindi possa essere additato come ridicolo, di scarso interesse e quindi rivelarsi un flop. Questo non è un problema assoluto, perché  un contenuto fatto male viene semplicemente ignorato dagli utenti. Questo naturalmente non azzera il problema (essere ignoranti forse è anche peggio, per certi versi, ma sposta il punto di vistosa sul problema stesso: diventa fondamentale chiedersi “perché il contenuto non ha avuto successo?” e a partire dalla risposta a questa domanda, intraprendere gli opportuni correttivi per portare il progetto a funzionare come ci si aspettava.

7. Non potete essere esperti di tutto

“Va bene, voi come agenzia proponete di curare questo content marketing, ok… ma io realizzo pannelli solari in fibra di carbonio rinforzata con vetro di zaffiro purissimo e inserti in titanio, lavorati con un processo di pressofusione che utilizza particelle subatomiche di gas xeon.
Come fate a spiegare com’è fatto il mio prodotto e comunicarlo ai clienti?
E poi se fate il content per quell’azienda che produce cioccolato, non potrete mica essere esperti di cioccolato e anche di particelle subatomiche.”

Si può rispondere a quest’ultimo, pur leggittimo dubbio con almeno 3 argomentazioni:

  1. e i giornalisti? chi scrive su un giornale, un settimanale, un periodico non può avere la “scienza infusa”. Di volta in volta, si documenterà, scrupolosamente sulla materia da trattare e, se possibile, interrogherà o leggerà almeno il parere di esperti di settore, darà un’occhiata ai siti web principali che parlano dell’argomento su cui deve scrivere l’articolo…
  2. è certamente importante avere dimestichezza con il linguaggio specifico del blog, dei social, del web copywriting in genere ed avere la padronanza dei meccanismi che regolano la pubblicazione e diffusione di contenuti sui vari medi, per massimizzare a visibilità, di volta in volta. Queste sono competenze di web marketing e sono certamente e più importanti, per ottenere una comunicazione efficace, delle competenze settoriali.
  3. Il content non è solo autorerenziale. L’azienda non deve parlare esclusivamente di sé, dei suoi prodotti, di quanto sono belli e funzionali.
    Deve, anzi prima di tutto, parlare di tutto il mondo che circonda i suoi prodotti, e, ancora più in particolare deve immergersi nel clima emotivo, culturale, psicologico, in cui sono i suoi potenziali clienti.
    Un esempio da un nostro lavoro. In un blog che parla di batterie dotate di particolari performance e resistenza, adatte ad un utilizzo in contesti “estremi” non parlerò solo di batterie e della tecnologia che incorporano… parlerò, invece, di viaggi in territori estremi, di avventura, di musica , di zone della terra ancora poco battute dal turismo di massa, di mari incontaminati… entrando nel “mondo” del mio potenziale cliente e parlando, più spesso in seconda battuta, del mio prodotto e delle sue caratteristiche specifiche.

[tratto da: https://www.webinfermento.it/6-dubbi-sul-content-marketing-e-come-superarli]

Interessante anche uno dei commenti pubblicati sul blog di Web In Fermento, da cui l’articolo è tratto.

Un commento che mi sentirei di aggiungere dal punto di vista delle aziende che il content marketing lo curano… È importante far capire ai clienti che, mentre per un contenuto mediocre non c’è bisogno di nessun supporto, se si vuole presentare una qualità alta, allora il loro contributo è essenziale,
in termini di idee, ma anche di contenuti in forma grezza. Sarà poi compito di chi scrive “metterle giù” nella forma più adatta.

Alle volte c’è quindi una sottovalutazione da parte dei clienti del lavoro che c’è dietro la produzione di contenuti anche brevi, ma va da sé che non sono tenuti a saperlo, ed è compito dell’agenzia trasmettere il concetto nel migliore dei modi.

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