E-commerce e Net economy, un passaggio necessario per la competitività delle PMI

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E-commerce e Net economy, un passaggio necessario per la competitività delle PMI

Per migliorare i processi di business della Piccola media impresa, in Italia, parlare unicamente di commercio elettronico è un po’ limitativo; sarebbe meglio parlare di net-economy, nel suo complesso.

L’impatto e l’efficacia di internet non vanno valutati esclusivamente in termini di vendita diretta del prodotto.

Le transazioni possono anche avvenire off-line, ma sono le modalità di comunicazione delle caratteristiche del prodotto così come il dialogo tra consumatore e produttore, che avvengono on line e che si rivelano determinanti per concludere una vendita.

L’acquisto spesso avviene in questo modo: il potenziale cliente vede il prodotto sul sito, si informa su tutti i pregi e difetti, leggendo articoli, blog, commenti di altri utenti;  a questo punto, potrebbe acquistarlo on line o potrebbe anche recarsi nel punto vendita. In entrambi i casi il “motore” dell’acquisto sarebbe stato comunque il web, non inteso come il “semplice” sito, ma come tutto quell’insieme di informazioni e dati reperibili on line, spesso lasciati direttamente dai consumatori.

 L’interazione tra l’azienda e l’utente, è un fattore di cui si parla meno, ed è forse il fenomeno più rivoluzionario di questi ultimi 2 anni.

Si parla dei Social Network quasi sempre come fenomeno di costume; in realtà sotto questa superficie, essi sono sempre più utilizzati come efficace strumento di dialogo ed interazione tra l’azienda e i suoi clienti, in un continuo feedback alla ricerca del miglioramento delle caratteristiche del prodotto, da un lato e della customer satisfaction, dall’altro.

Social media e applicazioni hanno definitivamente conquistato un duplice ruolo:

  • nella strategia di marketing e comunicazione
  • direttamente come piattaforma di vendita.

Il fenomeno Net Economy ha sicuramente rivoluzionato il modo di comunicare e anche quello di produrre delle grandi corporation.

Si stenta a vedere gli effetti di questa rivoluzione, invece, nell’ambito delle piccole-medie imprese.

È come se le PMI vivessero in una sorta di timore reverenziale o di complesso di inferiorità, nei confronti delle aziende che stanno quasi quotidianamente nei titoli dei giornali e dei siti web di informazione.

In realtà quanta quota di mercato di piccole imprese si è spostata a favore di Microsoft o Apple?

Probabilmente lo 0%; in Italia sono veramente poche le piccole o piccolissime imprese che producono hardware, software o sistemi gestionali in grado di competere direttamente sulle applicazioni e sui sistemi di comunicazione a livello globale.

Casomai sono le opportunità a non essere sfruttate, in un contesto in cui i consumi domestici sono drasticamente e, al momento, irreversibilmente in calo.

Anche una minuscola impresa che realizza “prodotto italiano” (quello che viene riconosciuto e apprezzato nel mondo come il migliore senza necessità di pubblicità, promozione ecc.) grazie alla net-economy potrebbe vendere il suo prodotto con costi marginali che tendono a zero e costi fissi che non sono neanche lontanamente paragonabili a quelli della produzione e distribuzione “tradizionali”.

Forse una riflessione e un cambio di mentalità e politica gestionale sarebbero necessari.

Davide Casaleggio, Partner di Casaleggio Associati, afferma che “La Rete continua ad ottenere performance migliori rispetto alla distribuzione tradizionale; è il canale di vendita che offre ad oggi le maggiori potenzialità in termini di crescita, nonostante la congiuntura economica non favorevole”.

Occorre, però, analizzare approfonditamente alcune “pericolose” affermazioni:

Lavoriamo a favore delle piccole e medie imprese, che sono il tessuto economico italiano, facilitando lo sviluppo dei loro affari online. Ben venga la defiscalizzazione dell’e-commerce ma non basta. Dotarsi di un sito internet con sistema di e-commerce per promuovere e vendere merci e servizi, senza avere alcuna competenza tecnologica, è facile, rapido, economico: 50 €.”

https://www.italiafutura.it/dettaglio/113549/lecommerce_vale_gia_8_miliardi_di_euro

Prima di tutto occorre precisare che in una fasci di prezzo intorno ai 50€ si fa riferimento a un prodotto pre-confezionato, indifferenziato, in cui non sono minimamente considerate le esigenze specifiche del settore industriale, del pubblico di riferimento, delle modalità di distribuzione.

Inoltre, le spese, per gestire un’attività online non sono limitate all’infrastruttura tecnologia, come spesso si pensa.

Occorre innanzitutto rivedere alcuni aspetti logistici, imposti dai tempi di risposta rapidi sul web; il cliente si aspetta di trovare il prodotto sempre disponibile e soprattutto consegnato in tempi rapidi; questi sono fattori competitivi che possono fare la differenza.

Come può fare la differenza la comunicazione necessaria per promuovere, far conoscere e portare traffico a un sito di e-commerce

Per quanto riguarda le attività di promozione online, il budget per Marketing e Comunicazione si focalizza prevalentemente nelle attività di keyword advertising, come le Google AdWords (il 23% delle risorse disponibili) e di SEO, search engine optimization, per posizionare le parole chiave che puntano al proprio sito nelle prime pagine, sui motori di ricerca (17%). L’Email Marketing occupa il 12% delle risorse, seguito da attività di Social Media Marketing (11%) e dalla presenza nelle aree di shopping o siti comparatori di prezzi come Kelkoo e Virgilio Shopping (11%).

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