Fu vero Epic Fail? Ai posteri l’ardua sentenza
Chi fa web marketing, e soprattutto social media marketing, deve prima o poi fare la conoscenza con un “ospite” invadente e spesso poco gradito: il famigerato “epic fail”.
Notizia di oggi: epic fail di Zara. Aveva messo in vendita una maglia per bimbi a righe bianche e blu con una grossa stella a sei punte sul petto.
Vi fa pensare a qualcosa?
Ora, cerchiamo di analizzare la situazione, senza pregiudizi di nessun tipo. Sembrerebbe una gaffe madornale e in larga parte lo è.
La t-shirt, prodotta in Turchia, era disponibile per Zara Israele, Francia, Albania e Svezia. E la notizia della stella di David che ricorda l’olocausto ebreo sta facendo il giro di Twitter, indignando diverse persone.
Le scuse di Zara
Zara ha risposto con un tweet chiedendo scusa ai suoi clienti: “Chiediamo veramente scusa ma il capo era ispirato alla stella dello sceriffo dei classici film western. Ora non è più disponibile nei nostri storse”.
Io credo che effettivamente si potesse fare più attenzione… un design e un capo d’abbigliamento non si realizzano in un’ora; possibile che nessuno dal designer stesso, dal management alla linea di produzione, si sia accorto della potenziale ambiguità?
Però ormai sembra quasi che ci siano una serie di “cecchini”, pronti a colpire, sul web, appena si verifica qualcosa che non rientra nei canoni tradizionali.
In questo modo il pericolo è che, sia nel mondo del design, che in quello della comunicazione, nessuno rischi più nulla, per il terrore dell’epic fail, dell’ondata di critiche e di insulti, che inesorabilmente ti travolgeranno.
I commenti e le opinioni degli utenti sono discordanti.
Leggiamone alcuni.
“Zara sostiene che la stella era ispirata a quella degli sceriffi nei film western. Ma la stella dello sceriffo ha 5 punte. Quella a 6 punte è la stella di David. Quelli di Zara vogliono davvero farci credere di non conoscere la stella di David? Chi credono di prendere in giro?”
“Ne esistono anche a sei o sette punte ma non così grandi
https://www.google.it/search?q=stella+da+sceriffo“
“Lavoro nel settore e sono molto in contatto con grafici e stilisti esterni: saresti sorpresa dalle castronerie che fanno e che dimostrano totale mancanza di cultura “spicciola”. L’altro ieri ho segnalato alle mie responsabili una stampa in cui avevano abbreviato la città Denver con una sigla “DNR” che è la stessa con cui chiamano il modulo che i malati terminali firmano per non essere rianimati.”
“A parte la stella, ma gli sceriffi andavano in giro con magliette a righe?”
“Probabilmente lo sceriffo va a letto con il pigiama a righe (e con la stella, come Fantozzi con la fascia tricolore da giurato)”
“Ah si certamente l’hanno fatta apposta!
magari speravano che qualcuno gliene ordinasse altri 6 milioni.”
“Dove lo vedono l’olocausto? Chi ci vede questo è un malato cronico!
“Chi non ce lo vede ha la cataratta, allora…”
Conclusioni
La mia opinione è che la stella, abbia davvero la forma della stella dello sceriffo e non quella tristemente famosa della divisa dei campi di sterminio, ma la combinazione con la maglia a righe ha creato un cocktail micidiale.
Ma poi… basterebbe una semplice constatazione: per quale motivo Zara dovrebbe attirare su sé volontariamente e scientemente l’odio del mondo trasformando un innocuo prodotto per bambini in un tragico sberleffo nei confronti della storia e di uno dei più drammatici episodi vissuti dall’umanità?
Evidentemente, salvo prova contraria, si tratta di una svista.
Spero solo che il terrore atavico dell’epic fail non trasformi tutti in “pecoroni” che, per non far arrabbiare nessuno, si esprimeranno sempre più, a tutti i livelli, in modo conformista e standardizzato.