L’arte della manutenzione dell’Hot Dog, ovvero la landing page ideale

Quante volte, in questo momento di crisi, interminabile, mi sono alzato dalla scrivania urlando: “Basta! Io vado a vendere Hot Dog (magari a New York, perlomeno)! Non è possibile andare avanti così!”

Beh, l’Hot Dog che piace a tanti, ma non a tutti, ci fornisce un ottimo spunto per ragionare sulle landing pages.
L’idea di parlare degli Hot Dog mi è venuta leggendo la newsletter di Francesco Gavello e il post sul suo blog: Il Business Degli Hot Dog.

Com’è possibile collegare gli Hot Dog con le landing pages?

Perry Belcher è un imprenditore che ha generato 1.000.000$ di fatturato in sette anni semplicemente attraverso un infoprodotto (come può essere una guida in pdf di alcune pagine che ti spiga “comefarecosa”), Google Adwords e una landing page.

La storia è raccontata, in inglese, in un articolo intitolato “How To Make A Million Dollars With A Hot Dog Cart”.

Il prodotto in vendita era una piccola guida che insegnava a gestire un chiosco per gli hot dog.
Gli ingredienti della comunicazione: una campagna AdWords e una landing page efficace.

Perry Belcher, il fortunato ed abile imprenditore ci spiega, durante una telefonata i dettagli del copywriting della sua landing page; la landing page è l’erede tecnologico della”vecchia” lettera di vendita.

“Una lettera di vendita di 5000 parole? Ma non è troppo lunga? Su internet la gente legge poco, chi potrebbe leggere una roba del genere?”

“Esattamente il tipo di persona che poi acquisterà il tuo prodotto! Io ho fatto dei test, con diverse variazioni sulla lunghezza del testo…Sai di quanto sono calate le mie vendite accorciando progressivamente la lettera, fino a far si che stesse tutta nella visualizzazione offerta dal monitor (sarà la maggior parte dei monitor, perché con tutti i devices che ci sono adesso è impossibile predeterminarne a priori la grandezza, n.d.r.), senza dover scrollare?

“sono curioso… Di quanto?”

“85%!”

“Apperò!!!”

“Ho constatato che più la gente dedica del tempo a leggere la tua lettera, quanto più diventeranno ‘psicologicamente interessati’; ne consegue che sarà molto più probabile che saranno anche disposti ad acquistare”.

“Here’s another big secret: people read the letter from the bottom up.”

“E c’è un altro piccolo, grande segreto: le persone leggono la tua lettera di vendita dal basso verso l’alto.”

“???”

“Esatto, al contrario.
Le persone fanno sostanzialmente due cose quando atterrano sulla tua pagina: leggono i primissimi argomenti in alto (un titolo, una call-to-action) e poi corrono al fondo per sapere quanto costa.”

Qui, sul fondo della pagina, abbiamo già deciso se comprare. A quel punto iniziamo a compiere un lento scroll a ritroso.

Sfogliamo il resto della pagina alla ricerca, forse, di altri dati. Ma abbiamo già deciso, non stiamo cercando ulteriori ragioni.
Al limite possiamo cercare qualche piccola informazione in più ma di sicuro non vogliamo imbatterci in nessuna ragioni per dubitare dell’effettiva utilità dell’acquisto.

Tutto questo per dire che, il modello “mi faccio un sito internet, lo metto on line e aspetto che mi chiamino, non funziona più… in realtà non ha mai funzionato, ma in tanti non se ne sono accorti.

Il modello di web marketing che ti proponiamo è: affiancare al sito internet, o integrare nel sito internet, una landing page che offra qualcosa al tuo potenziale cliente (una guida in pdf, un video…) per accrescere il suo interesse nei confronti del tuo prodotto o dei tuoi servizi. Il traffico alla landing page lo porteremo con un uso sapiente dei social network e con Google Adwords.
Puoi condire il tutto chiedendogli, con tatto e cortesia, di lasciare la sua mail per riceve ulteriori informazioni…
A quel punto, allora, affiancheremo al progetto una campagna di e-mail marketing (DEM, direct e-mail marketing).
In questo modo avrai non solo semplici visitatori, ma veri e proprio “prospect”, che potranno più agevolmente diventare, in seguito, tuoi clienti.

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