Le immagini, le fotografie… Tutto contribuisce a fare di un sito un sito che funziona

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Le immagini, le fotografie… Tutto contribuisce a fare di un sito un sito che funziona

Non ci faremo mai più incantare dalla frase che risuona sinistramente nelle orecchie di ogni designer: “no, ma vai tranquillo… Le foto te le dò io”.

Una convinzione che alberga nei nostri cuori già da tempo, ma che fortunatamente, è surrogata e corroborata da evidenze empiriche cui proprio non ci può opporre.

La prova “schiacciante” ci viene fornita da Airbnb, portale che permette a chiunque di affittare per una o più notti la propria abitazione in cambio di un corrispettivo economico.

Airbnb è nato nel 2008 a San Francisco (non in Italia? Mah toh… Che strano…), da un’intuizione geniale di Nathan Blecharczyk, Brian Chesky (oggi CEO della società) e Joe Gebbia.
Airbnb ti permette di vedere e scegliere tra una marea di stanze, appartamenti, ville, castelli, per qualsiasi destinazione: una vetrina con una forte componente social che in pochi anni ha rivoluzionato il modo di viaggiare. Oggi è considerato il principale concorrente di siti come Booking e Trivago, che vendono stanze d’albergo “tradizionali”.

Airbnb è ora disponibile in 192 paesi e oltre 33 mila città diverse, con oltre 500 mila annunci presenti e più di 8,5 milioni di clienti. Nel 2011 l’azienda è stata valutata 1 miliardo di dollari.

Un clamoroso successo planetario. Velocissimo e inarrestabile.

Pochi sanno però che, nel 2009, Airbnb rischiava di fallire.

Dopo poco meno di un anno, infatti, il fatturato della società era molto basso, intorno ai 200 dollari a settimana. Chiaramente insufficienti per garantire uno stipendio ai tre fondatori e a far sopravvivere l’azienda. Il tema fondamentale era che l’attività e le transazioni non riuscivano a crescere in modo sensibile. Anzi, erano stabili. Non una bella notizia per i tre.

Quale era il problema? Modello di business? Carenze tecnologiche? Comunicazione errata? Prodotto non adatto al target?

In realtà il problema era molto più semplice e legato ad un fattore….estetico.

All’epoca, infatti, le fotografie delle case presenti sul sito erano in gran parte scattate dai proprietari, direttamente dal loro cellulare. Risultato: sembravano tutte abitazioni orribili. Difficilmente qualcuno spende dei soldi per affittare una casa se non riesce a “vedere” quello che compra. Se quello che vede poi è brutto… non comprerà mai.

Cosa fare, quindi? Blecharczyk, Chesky e Gebbia andarono a New York per provare a trovare una soluzione. Prenotarono una delle camere presenti su Airbnb (con foto brutte), passarono del tempo con i proprietari e, dopo aver scoperto che l’abitazione era in realtà molto bella, scattarono all’interno della casa diverse foto in alta risoluzione, con le quali sostituirono le immagini amatoriali presenti sul sito. Certo, il sistema non era tecnologico né scalabile ma a ruota tutti e tre i fondatori iniziarono a visitare le stanze di New York e a sostituire tutte le foto scadenti con immagini di qualità.

Non esisteva una ratio numerica dietro questa operazione. Né una programmazione scientifica e verificata. .

Dopo solo una settimana, la sostituzione delle foto generò un immediato raddoppio del fatturato, portandolo a 400 dollari la settimana. Per la prima volta in 8 mesi di vita l’azienda cresceva!

Forse avevano trovato il bandolo della matassa. Aggiungendo arte alla scienza, creatività ai dati, fantasia alle metriche, riuscirono a migliorare il proprio prodotto e a renderlo più appetibile per i propri clienti.

Da quel giorno tutti i nuovi dipendenti di Airbnb fanno, nelle primissime settimane di lavoro, un viaggio nelle location proposte, documentando con foto di qualità i luoghi presso i quali trascorrono la notte.

Tratto da: www.startupover.com/larte-ha-salvato-dal-fallimento-airbnb

Cosa ci insegna questa storia? Sicuramente che nelle operazioni di web marketing la programmazione e il codice non sono sufficienti per far funzionare tutto a meraviglia. Certo, sono una parte fondamentale, ma altrettanto lo è conoscere il prodotto, i clienti, le loro reali esigenze.
Senza dimenticare l’importanza dell’arte, del gusto, dell’estetica, che non sono voci che fanno aumentare il conto della Web agency, ma sono fattori critici per il successo della nostra attività di comunicazione.

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