Non si vive (più) di sole Home Page
[tratto da: https://www.skande.com/declino-home-page-201407.html]
Tantissime persone, quando vogliono realizzare un nuovo sito, sono ancora legata a vecchi schemi: il sito web come catalogo.
Si parte dalla prima pagina (home), per sfogliarlo seguendo un percorso logico di informazioni in qualche modo viste ancora in forma sequenziale. Una mappa della navigazione studiata in base alle proprie esigenze.
Anche i quotidiani on-line, in qualche modo, seguono questa impostazione.
La tradizione giornalistica della “prima pagina” sulla carta stampata è ancora ben presente in loro.
I recenti dati mostrano una realtà ben diversa, prendiamo ad esempio l’ultimo rapporto commissionato dal New York Times, per capire come si sta muovendo il mondo dell’informazione digitale.
“Our home page has been our main tool for getting our journalism to readers, but its impact is waning,” according to the report. “Only a third of our readers ever visit it. And those who do visit are spending less time: page views and minutes spent per reader dropped by double-digit percentages last year.”
I flussi dei lettori si stanno spostando dalla home page alle informazioni condivise sui social network. Secondo il New York Times, ormai solo un terzo dei lettori visita la home page. Il calo è enorme e porta ad una considerazione: queste nuove tecnologie sociali hanno liberato le persone dai canali informativi e reso liberi di lasciarsi trascinare dalla conversazione e dalla condivisione.
Il peggioramento della qualità dell’informazione che da ora predilige quello che più fa presa nel pubblico è abbastanza evidente. Un po’ lo stesso fenomeno era avvenuto in televisione, come ben sappiamo.
Da questo momento, chiunque comunichi; blog, quotidiani, siti corporate, ecc. non possono fare a meno di considerare la conversazione e la propria community, una risorsa da coltivare e da viziare con informazioni che li sappiano coinvolgere.
La pagina di atterraggio non sarà più la home ma la singola news, che dovrà contenere tutte le informazioni per catturare l’utente ad una più completa navigazione alla scoperta del resto.
Il potere delle conversazioni è solo all’inizio, questi strumenti diventeranno sempre più accessibili e il potere di canalizzare l’informazione sarà sempre più in mano delle persone che, attraverso la conversazione e la condivisione, indirizzeranno il loro seguito verso quello che riterranno rilevante. Non voglio espormi nel dire che sia un bene ma conoscere cosa ci aspetta significa prendere le opportune contromisure.
La tendenza evidenziata nel report americano è confermata poi anche nel mercato italiano: confrontando i dati Audiweb (aggregati da datamediahub.it) di marzo 2013 e marzo 2014 si nota che per tutte le principali testate on-line l’incidenza della homepage sia sul totale dei visitatori unici che sulle pagine viste è in costante calo. Tutti i dati confermano quindi quindi che non sia più l’utente a cercare la notizia quanto piuttosto la notizia stessa ad arrivare da lui.
Io aggiungerei che è una percentuale di utenti (anche se molto alta) che si comporta così. L’osservazione di questi dati non deve distogliere dagli strumenti di web marketing che sono sempre esistiti. Negli articoli che parlano di questo report del New York Times, si fa sempre riferimento ai social, come nuovo generatore di traffico.
Non trascurerei la SEO e quindi il traffico organico.
E allora torniamo al ragionamento proposto più volte in questo Blog, sulla creazione dei contenuti.
La notizia arriva all’utente anche tramite una ricerca sui motori, non dimentichiamolo.
Come si fa a posizionare adeguatamente una pagina su Google e a farsi trovare dagli utenti? Producendo contenuti di qualità, originali, interessanti che gli utenti vogliono realmente leggere.
E se guardiamo il contenuto che i maggiori quotidiani propongono sui social, non stiamo andando precisamente in quella direzione.
La televisione ci ha purtroppo insegnato che era l’audience a guidare le scelte editoriali, non la qualità dei contenuti.
Purtroppo il fenomeno si sta ripetendo sul web.
Date un’occhiata al tenore dei post nelle fan page dei maggiori quotidiani…
Il content marketing ci offre una grande occasione per smarcarci finalmente dal meccanismo perverso: “contenuti facili, grandi numeri”.
La non-passività del web cambia tutto. Sul web l’utente non è passivo. Cerca, trova, legge, ascolta ciò che vuole, ciò che gli piace, ciò che gli interessa. E non ha poche decine di canali televisivi entro cui scegliere: ha miliardi di pagine web, a sua disposizione.
Credo che questo cambierò tutto, davvero.
La scelta se produrre spazzatura “facile” o contenuti di qualità, non è più nelle mani di pochi, come è avvenuto per i media tradizionali.
Ma è nelle mani di tutti quelli che, con modestia e passione, ogni giorno scrivono il loro blog, o propongono un’attività di Content Marketing ai loro clienti, animati sempre dallo stesso spirito: informare, interessare, appassionare il lettore.