Tremate… è arrivato il MobileGeddon

Arriva il MobileGeddon, e per i siti non compatibili con la visualizzazione da dispositivi “mobile” potrebbero essere guai seri.

L’assonanza con Armageddon è un po’ inquietante, vero?

Certamente non sarà “la fine del mondo”, ma il nuovo algoritmo di Google creerà notevoli sconvolgimenti nel posizionamento dei siti più datati e non conformi agli standard più recenti.

Gli esperti di Seo,  l’insieme di tecniche per migliorare la visibilità dei siti sui motori di ricerca, l’hanno chiamato Mobilegeddon. È attivo dal 21 aprile 2015.
Il cambiamento dell’algoritmo di Google questa volta è stato annunciato ufficialmente dall’azienda (in genere Google cambia senza dirlo, e l’attività viene registrata dagli esperti nei giorni successivi).

Cosa fa il nuovo algoritmo

Il nuovo algoritmo valorizza e premia chi ha la versione mobile di un sito ai danni di chi ha solo la versione desktop, e dunque su cellulare perde in rapidità di caricamento e usabilità.

Nell’annuncio di febbraio Google dice che le modifiche avranno un «impatto significativo» sui risultati di una ricerca. «Abbiamo osservato una attività intensa già nelle ultime due settimane, una sorta di fase preparatoria del motore di ricerca a quanto avverà da domani – spiega Ale Agostini, amministratore di Bruce Clay Europe ed esperto di ricerca online -. Per quanto visto sinora, possiamo dire che ci saranno impatti anche sui risultati su desktop.  I primi dati per valutare i risultati effettivi li avremo venerdì, con una ricerca che prenderà in esame centinaia di siti».

Google ha messo a disposizione uno strumento per verificare da soli se un sito è pronto o no per il mobile, e se saremo colpiti e penalizzati dal nuovo algoritmo.

La situazione dei siti in Italia

Si verifica facilmente, non era difficile ipotizzarlo,  che i siti italiani che dovranno correre ai ripari non sono pochi. Governo.it, ad esempio, risulta non essere adeguato perché «il testo è troppo piccolo da leggere, i link sono troppo vicini l’uno all’altro e l’area visibile su dispositivi mobili non è impostata», dice Google al termine dell’analisi. Guardando al Vecchio Continente, quella Unione Europea che ha preso di mira Google perché favorirebbe i suoi servizi ai danni della concorrenza risulterà penalizzata per le stesse ragioni del sito del Governo italiano. Vale lo stesso per la Banca centrale europea.

Il sito dell’Inps, sempre tra gli esempi citati da Il Sole 24 Ore, risulta pronto. Anche Intesa Sanpaolo e Unicredit lo sono.

Se si passano all’esame banche di più piccole dimensioni, come ad esempio Credem, il sito viene rimandato (ma la versione mobile esiste, all’indirizzo https://m.credem.it).

La tecnologia repsonsive

Creare una versione apposita per il mobile ed utilizzare una tecnologia responsive sono due cose diverse. Il sito responsive si adatta automaticamente a tutte le dimensioni dei monitor con cui lo visualizziamo. Il sito ottimizzato per il mobile è sostanzialmente un altro sito. In pratica si devono gestire 2 siti al posto di uno.

Occorre aggiungere che gli istituti finanziari, in genere, hanno una app per gli store digitali di iOS, Android o Windows, ma il sito mobile può avere una sua utilità nel momento in cui le ricerche su Google su smartphone e tablet sono in forte crescita.

L’Agenzia delle Entrate non ha una versione mobile ottimizzata a dovere, lo stesso vale per Borsa Italiana. «Dalla nostra analisi risulta che circa il 65% delle aziende del Ftse Mib non sono pronte, ma anche 8 università su 10 dovranno rinnovare i loro portali per non perdere posizioni», conclude Agostini.

[tratto da: https://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2015-04-20/domani-e-mobilegeddon-google-cambia-l-algoritmo-smartphone-ecco-chi-e-pronto-e-chi-no-125051.shtml]

L’annuncio ufficiale di Google

Ecco l’annuncio ufficiale di Google, in inglese https://googlewebmastercentral.blogspot.it/2015/02/finding-more-mobile-friendly-search.html

È raro che Google rilasci un comunicato ufficiale per un cambio dell’algoritmo, il complesso sistema che gestisce il posizionamento dei siti nei risultati di ricerca. Un indizio ulteriore dell’importanza che il motore di ricerca vuole dare, da oggi in poi, ai siti compatibili con la visualizzazione su smartphone.

Il vostro sito è responsive?

Se non lo è, o se siete nel dubbio, contattateci. Senza alcun impegno vi forniremo le indicazioni per la via migliore da seguire per migliorare la situazione.

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